domenica 30 marzo 2014

Peljesac, la (pen)isola che non c'è - Parte 1









Peljesac, la penisola di Sabbioncello, mi aveva sempre incuriosita. Da piccola quando durante i lunghi viaggi da Milano in Croazia con i miei genitori guardavo la cartina con i doppi toponimi mi chiedevo perchè non andassimo mai in questa penisola attaccata alla terraferma da uno strettissimo istmo che aveva un nome così buffo e invitante. Mi immaginavo una lunghissima penisola fatta di sabbia.
Poi quando dopo la guerra iniziai a tornare in Croazia da sola con gli amici l'avevo sempre snobbata perchè non trovavo mai informazioni e diari di viaggio che la riguardassero e poi essendo ventenni cercavamo isole o città un po' più movimentate.
Ma poi è arrivata la Pulci e le cose sono cambiate. E anche le vacanze.
Non erano più i viaggi con la compagnia in cerca di bel mare sì, ma anche di pub, locali e un po' di movimento serale.
Ormai per la vacanza perfetta gli ingredienti sono due: noi-tre-insieme e mare bello.
E Peljesac è tornata nei miei desideri soprattutto dopo aver trovato per caso questo sito.
Siamo arrivati a Peljesac dopo una settimana meravigliosa sull'isola di Cres imbarcandoci da Ploce per Trpanj, abbiamo scoperto dopo di aver fatto una cavolata, non solo abbiamo aspettato ore e ore il traghetto sotto un sole cocente, ma ci siamo persi la strada panoramicissima che da Ston (città sull'istmo che collega Peljesac alla terra ferma) porta alla punta estrema della penisola, ovvero Orebic, dove noi soggiornavamo, anche se nei giorni seguenti abbiamo ampiamente recuperato percorrendola in lungo e in largo (ok, forse più in lungo...) più volte al giorno.

panorama sulla strada che da Ston porta a Orebic

La penisola ha più l'atmosfera di un'isola, così stretta e protesa nel mare, con la costa alta che regala panorami mozzafiato, i piccoli paesini rurali all'interno e i villaggi di pescatori sulla costa, sembra solo uno scherzo del destino quell'istmo che la lega alla terra ferma. Peljesac è una lunga vigna galleggiante, gran parte del territorio è costituito da vigneti che producono i vini più famosi della Croazia, lungo tutta la strada che l'attraversa per intero incontrerete cantine, piccoli produttori locali, eleganti e moderni punti ristoro per la degustazione o, molto più spesso, piccoli produttori che accostati alla strada seduti su una botte di legno vi inviteranno a fermarmi per fare un assaggio.
Il Dingač è il vino rosso più famoso e pregiato della penisola, è un vino rosso D.O.C. prodotto solo in alcune zone limitate di Peljesac e nel 1961 è stato protetto dalla Convenzione di Ginevra, il suo fratello minore è invece il Postup, un altro vino rosso D.O.C. ma meno pregiato. I nostri padroni di casa come benvenuto ci hanno fatto trovare proprio una bottiglia di Dingac nel frigo, oltre che un cesto di frutta del loro fruutteto. Una sera dopo aver messo a letto la Pulci ce la siamo scolata tutta io e il maritozzo seduti sul mini balconcino in pietra della nostra casa, una delle poche e originali case di marinai che abitavano la cittadina e che l'hanno resa ricca e famosa fino alla fine del 19esimo secolo. Sul lungo mare se si ha voglia di spiare tra le siepi si vedono parecchie case in pietra come la nostra, con i portoni decorati con gli stemmi delle famiglie e i cortili lussureggianti nascosti alla strada da mura in pietra e cancelli in ferro battutto.
La penisola di Peljesac, come la sua dirimpettaia, l'isola di Korcula, è molto verde perchè dove non ci sono vigne ci sono folte pinete o filari di cipressi e le spiagge sono tutte orlate da tamerici e pini marittimi.
L'aria profuma di marelica, albicocca, resina dei pini, fichi maturi e salsedine.
Le spiagge si susseguono, non basterebbero due mesi per visitare tutte le spiagge e le calettte di entrambe le coste , in Croazia mai come a Peljesac ho visto tante spiagge, una dietro l'altra. Alcune veramente lunghe, altre piccole e tranquille, alcune così facili e comode da raggiungere che non mi sembrava nemmeno di essere in Croazia, altre invece sembravano così vicine viste dalla strada, ma poi sparivano e ricomparivano tra i pini  mentre percorrevamo stradine secondarie e sterrate in un gioco crudele per noi che non vedevamo l'ora di buttarci in quelle acque meravigliose.
Il mare che ho visto a Peljesac non ha eguali sulla costa, ma anche molte isole perdono al confronto. Tiene testa tranquillamente all'isola di Vis e di Korcula, ma in più da offrire ha la varietà (si trovano spiagge di ghiaino fine, spiagge di sabbia, spiagge di ciottolini e calette rocciose) e la quantità.
A Peljesac, soprattutto sulla punta a Orebic, l'acqua è più calda che sulla costa e sulle isole, la penisola gode di un clima ancora più mite che il resto della Regione del Konavle e ha estati mediamente più lunghe.
In pratica un giardino dell'Eden proteso nel mare Adriatico....eppure è sconosciuta agli Italiani. E' una cosa di cui non mi capacito. Siamo ovunque in Croazia, anche e sopratutto nei posti più brutti. Ma a Peljesac in tutta la settimana avremo incontrato una decina di italiani in tutto. La maggior parte del turismo è costituito da Bosniaci, qualche Polacco, qualche Ungherese e dai Croati stessi, da quanto ho capito molti si sono trasferiti nelle città più importanti sulla costa o all'interno e tornano dai parenti durante i mesi estivi.
Si tratta in generale di un turismo molto tranquillo, niente albergoni volgari, pochissimi hotel, qualche pensione. Ci sono parecchi campeggi spartani, molto spartani, e case in affitto.
Divertimenti ridotti all'osso, konobe, cantine dove degustare il vino e qualche bar. Stop.
Qui il turismo è una cosa discreta, la natura e la genuinità delle tradizioni la fanno da padrone.
Noi abbiamo passato una settimana splendida, godendoci il mare cristallino, i panorami mozzafiato (dal monte Ilia che è 900 metri circa si gode di una vista impareggiabile sull'isola di Korcula) , la semplicità della gente del luogo e dei nostri padroni di casa e....il buon vino rosso di Peljesac!

Uvala Divna


Spero di avervi incuriosito, nei prossimi giorni vi racconterò delle spiagge che mi hanno fatto innamorare, delle konobe migliori di Orebic e delle escursioni che si possono fare da questa meravigliosa e misteriosa penisola.

1 commento:

  1. ci sono stata tanti anni fa e ne ho un bellissimo ricordo, grazie per questo interessante reportage! Buona settimana

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