giovedì 18 settembre 2014

Sarajevo mi accoglie!

Avvolta nell’atmosfera della Baščaršija , con i suoi echi d’oriente e l’aria frizzantina mi sento accolta.

Sarajevo - meeting of cultures

Il giorno dopo vedo Sarajevo per la prima volta illuminata dal sole, la vedo brillare con il suo cielo blu, come solo in montagna può essere il cielo, rivedere la città inondata di luce (nel 2009 fummo sfortunati e piovve per 2 giorni e mezzo) è tutta un’altra cosa e mi sento ancora più innamorata.

interno della cattedrale cattolica

I nostri compagni di viaggio non sono mai stati a Sarajevo e così eccoci a far da ciceroni tra Feradija e la chiesa Cattolica, tra la piazza degli scacchi (che per far posto agli stands del Sarajevo Film Festival si sono dovuti spostare su una scacchiera dipinta con gli spray poco più in là di quella originale) e la chiesa Ortodossa, tra i palazzi color crema e azzurrini del quartiere austro-ungarico e il Bazar ottomano e infine la suggestiva Baščaršija , con i suoi colori e i suoi profumi d’Oriente.

Il mercato coperto
In realtà appena arrivati in centro entriamo nel mercato coperto ,una signora al banco dei formaggi fa i complimenti a mia figlia e ci offre del formaggio, assomiglia a una provola affumicata, ma la pasta è più dura.

la "Signora dei Formaggi"...eh eh eh...
Ce ne fa assaggiare altri, tra cui il famoso formaggio di Travnik, che viene prodotto solo nella città omonima e fatto insaporire in salamoia dentro a delle cassette di legno, poi assaggio un altro formaggio ancora…alla fine gliene compro un po’, iniziavo a sentirmi una scroccona. Esco dal mercato che mi sembra di aver già pranzato…e sono solo le 10 del mattino!!
Ed ecco davanti a noi il Markale, tristemente noto per la strage del 5 Febbraio 1994 in cui morirono 68 persone e ne furono ferite circa 200, strage dopo la quale il 10 febbraio la NATO diede ai serbo-bosniaci dieci giorni di tempo per ritirare l’artiglieria ad almeno 20 chilometri di distanza da Sarajevo oppure consegnarla alle Nazioni Unite: in caso contrario sarebbero cominciati attacchi aerei contro le loro posizioni.

il Markale - sulla parete rossa i nomi delle vittime

Ma questa volta voglio concentrarmi sul presente, non sul triste passato. Voglio godermi i suoi colori, la gentilezza dei suoi mercanti che vogliono a tutti costi far assaggiare a Stella un fico piuttosto che una prugna. A guardarlo senza sapere, sembra un mercato come un altro, allegro , vivace e suggestivo come lo sono tutti i mercati “storici” delle grandi città.

L'uomo dei fichi :-)


ma guarda un po' che bilancia...




Nella Bascarsija dopo il Bazar ci dirigiamo verso la Moschea di Gazi Husrev Beg, la rivedo volentieri, per me è di una bellezza così delicata da restare incantati. Stella è attirata dalla grossa fontana dove i fedeli si lavano i piedi prima della preghiera.

la fontana della Moschea


Fontana della Moschea - dettagli

Ma il punto forte della giornata è la Biblioteca Nazionale, quella è anche per me una “prima volta” e l’emozione  è davvero tanta.
interni restaurati della Biblioteca

Ovviamente non sarà più la stessa cosa, è anche tutto “troppo nuovo” , troppo “pulito” , come lo Stari Most a Mostar, ma è un edificio grandioso, da mozzare il fiato, di una bellezza potente e la sua storia rende tutto ancora più affascinante.

interno della Biblioteca Nazionale



particolare della Vijecnica (foto a cui tengo molto, è la prima foto scattata da Stella!!!)

All'interno dei pannelli spiegano la storia della Biblioteca Nazionale...da chi fu commissionata, il progetto, alcune foto di repertorio, l'incendio avvenuto durante la guerra e le fasi di restauro. Stella poco prima di entrare mi aveva convinto a comprarle un palloncino a forma di coccinella ("bubamara" ho detto al venditore di palloncini nella piazza del Sebilj...e questo ha cominciato a parlarmi in serbo croato...ehm...vedi a voler fare la figa pronunciando una delle poche parole in serbo croato che hai imparato in tutti questi anni???) e nelle foto che ho scattato mi sono accorta che spesso per caso è apparsa nell'angolo a sinistra, lo voglio vedere come un segno di buon auspicio per la Viječnica che durante il rogo del 1995 si vide portar via dalle fiamme circa l’80% di libri, documenti, manoscritti rari e fotografie, oltre due milioni di volumi. Per me la distruzione della biblioteca di Sarajevo rappresenta l'essenza di questa guerra:l'urbanicidio perpetrato dai cetnici sulla città di Sarajevo, la loro volontà di cancellare secoli di storia e convivenza etnica e religiosa, il rogo della cultura e della civiltà...cosa meglio di una biblioteca che brucia può rappresentare tutto ciò? 

Un po' storditi da tanta bellezza e dal fascino della storia ci rituffiamo nell'allegro chiasso della Bascarsija e cerchiamo Sac, una delle tante Buregdzinica della città, forse la migliore (mi fido perchè ci è stata suggerita da un caro amico originario di Sarajevo...chi meglio di lui???) . 
al formaggio, agli spinaci, alla carne...che Burek scegli?

Qui vendono solo burek, fatto in tanti modi diversi, ci sediamo all'interno, in uno dei pochi tavoli in legno. Le cameriere sono gentilissime con la mia Stella e la riempiono di complimenti. Il mio burek al formaggio si scioglie in bocca, è perfetto, gustoso e la morte sua è proprio lo jogurt bianco che qui si usa bere come accompagnamento (nella Bascarsija molti commercianti sono musulmani e quindi non servono alcoolici).
E il nostro giro prosegue con il rito del caffè turco..ops, bosniaco, non so quanti ce ne siamo bevuti in quei giorni; qui il rito del caffè è una cosa seria (e adorabile, a parer mio..) il caffè è servito su un bel vassoietto di rame con un "rahat lokum ", ovvero un dolcetto , una sorta di cubetto di gelatina ricoperto di zucchero a velo, di solito all'aroma di rosa (il mio preferito), ma disponibile anche alle noci e alla vaniglia. Il caffè non viene servito direttamente nella tazzina ma in un bricco sempre di rame. Le tazzine di ceramica sono decorate o rivestite esternamente anch'esse di rame. Sul vassoio viene servito anche lo zucchero, ma non semolato, bensì in zollette.

rito del caffè

Giriamo tra le vie del quartiere austroungarico, entriamo nella cattedrale ortodossa, spiamo per un po' i giocatori di scacchi nella piazza adiacente la cattedrale e gironzoliamo tra gli stands del Sarajevo Film Festival, evento che fu ideato proprio durante l'assedio (come si fa a non amarla questa città???).

tra la Bacarsija e il quartiere Austro-Ungarico

Risaliamo infine la Miljacka, attraversiamo il Ponte Latino e andiamo a goderci un'altra delle meraviglie di questa città, una gioia per il palato, ma anche per gli occhi: il birrificio di Sarajevo, la Sarajevska Pivara, un bell'edificio rosso proprio vicino alla chiesa cattolica di Sant'Antonio. 
interni del birrificio

 Il birrificio fu fondato nel 1864 e non smise di funzionare, in un certo senso, nemmeno durante il conflitto degli anni 90 perchè era l’unico posto in città in cui ci si poteva rifornire di acqua potabile grazie alla sorgente sotto l'edificio, la stessa usata per fare la birra. La gente attraversava la città con quante più taniche poteva, rischiando ogni volta la vita perchè per arrivare al birrificio bisognava passare in alcune delle vie più pericolose della città, esposte alla vista dei cecchini. Molti facevano il giro più lungo, ma al ritorno , con le taniche cariche d'acqua, era molto difficile. Il locale è molto suggestivo, la luce è soffusa, l'arredo è in legno, i lampadari antichi e maestosi. Si può anche cenare, noi ci siamo andati solo per una birra (sì, beh, ok...due birre) ...e che birra! Hanno sia la birra chiara che scura (tipo le dunkel tedesche), hanno la birra radler (aromatizzata al limone) e anche la birra analcolica (a me è piaciuta moltissimo la birra scura). 

Per cena scegliamo invece un locale fuori dai sentieri più battuti, ovvero il vecchio Club degli Scacchi di Sarajevo, oggi ristorante tipico. La via non è lontana dalla zona della Fiamma Eterna, ma sembra di entrare in un altro mondo. Lontano dal caos del Sarajevo Film Festival. Lontano dai turisti della Bascarsija. Qui non c'è anima viva, una strada buia e poi una scalinata, ed ecco sulla nostra destra l'ingresso del Club degli Scacchi. Qui i pochi avventori sono tutti gente del posto, noi siamo gli unici stranieri. Il menù è vario, ma in realtà hanno solo pochi piatti di quelli elencati. Quasi obbligata, scelgo i dolmades e mai scelta obbligata fu più felice di questa!! I migliori dolmades mai assaggiati accompagnati da un pane meraviglioso che sembrava focaccia e da una fresca Karlovacko...ebbene sì!! L'abbiamo trovata anche a Sarajevo. 

Tornata a casa apriamo il rubinetto e...non scende nulla. Ora capiamo a cosa servivano quei due boccioni da 5 litri l'uno che la padrona di casa ci aveva lasciato in bagno. Vado in panico...ma come diavolo facciamo??? Come si usano?Quando tornerà l'acqua? Mettto un messaggio tra lo scherzoso e il tragico su Facebook...iniziano a fioccare i commenti divertiti finchè arriva "il Bekcic" che mi dice "l'acqua dovrebbe tornare domattina, quanto all'uso dei boccioni...beh potrei scriverti un manuale".
Al che ripenso al birrificio, alla gente in fila per l'acqua, con le sue taniche da riempire, nessuna goccia andrà sprecata. L'acqua deve bastare per cucinare e lavarsi. 
E io mi sento stupida e arrogante. E sarà solo la prima volta durante quei giorni. 
Buona notte Sarajevo...Sarajevo ljubavi moja...

2 commenti:

  1. Hai proprio ragione....come si fa a non amare Sarajevo??
    E il tuo amore per questa città lo si percepisce da ogni tua parola :-)
    Sappi però che è anche un pò colpa tua se anche io me ne sono innamorata....
    Baci

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  2. Se già avevo voglia di esplorare i Balcani con questo post me ne hai fatta venire ancora di più..
    Fai i complimenti a Stella, la sua prima foto è veramente bella :)

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