mercoledì 31 dicembre 2014

Anno che te ne vai...



Scrivo di te, anno che te ne vai.
Sei stato lunghissimo e allo stesso tempo mi sembra ieri che un anno fa come oggi speravo che saresti passato veloce e che quel problemino che avevo appena scoperto e che, anche se risolvibile, metteva ansia sul mio cammino e mi impediva per mesi di raggiungere il mio desiderio interrotto, si sarebbe risolto.
Di cose brutte alle persone a me vicine ne sono successe tante, in primis porto nel mio cuore G. che è volato in cielo a nemmeno 40 anni e che ha lasciato qui una bimba di 6 anni e una bellissima moglie, oltre che due genitori (amici di infanzia di mia madre e mia zia) con il cuore a pezzi. E’ un dolore indiretto, l’ho letto negli occhi di mia mamma quando raccontava, nelle frasi dette dalla mamma di G., ma fa male.
Le altre cose tristi non voglio nemmeno raccontarle, amiche mie sappiate però che allo scoccare della mezzanotte un mio pensiero sarà per voi.
Nonostante queste premesse, il 2014 sarà un anno che ricorderò anche per un sacco di cose belle, e questi ultimi giorni mi hanno lasciato come una scia di magia e luce.
GENNAIO
La prima parte è tutta incentrata sui preparativi della festa di compleanno della mia Pulcina che oramai compie 3 anni. La festa è un successone, ci sono 50 invitati, di cui una ventina di bambini!
A fine Gennaio faccio la visita pre-operatoria e compro il lettino “da grandi” alla mia cucciola…ormai sta crescendo!
FEBBRAIO
Inauguriamo il mese festeggiando il compleanno del mio papi e l’anniversario dei miei genitori e il giorno dopo vengo operata. Seguono giorni molto bui, l’attesa dell’esame istologico è lunghissima, non sto bene , al lavoro se ne sbattono altamente della mia situazione, per fortuna è arrivato un nuovo collega e quando faccio una scenata al mio capo quest’ultimo gli passa un po’ di mie cose da fare. Sempre a Febbraio prenoto il volo che a Giugno ci porterà a Malta.
MARZO
Inizia con il carnevale, Stella si è voluta vestire da Rapunzel pur non avendo mai visto il cartone della Disney. Proprio il lunedì prima del martedì grasso ho la visita dalla ginecologa: esito dell’istologico negativo, il cin2 era stato evidentemente tolto tutto con la biopsia di dicembre, non devo fare nient’altro, solo aspettare 5/6 mesi prima di poter pensare a un’altra gravidanza. Finalmente anche l’emorragia che mi accompagna da un mese ha fine e io vedo di nuovo la luce in fondo al tunnel. Arriva una calda primavera in anticipo, è un tripudio di fiori, colori, sole caldo, la natura che si risveglia…e noi festeggiamo il suo arrivo con un pranzo tra amici e i loro bimbi e il pomeriggio ce ne andiamo su un prato al parco…gioia pura!
Stella inizia il corso di nuoto!La mia pesciolina!
APRILE
Arriva Pasqua! Si festeggia Pasquetta inaugurando la stagione degli Alpini sul monte di Scanzo! Seguiranno un paio di gite in bicicletta sulla ciclabile del Serio! Siamo carichi in attesa dell’estate, ma incominciano le piogge che si trascineranno praticamente fino a Settembre.
Aprile è anche il mese in cui decidiamo di fare un viaggio ad Agosto con Disu e Kekko, destinazione…Balcani!! Iniziamo a tracciare un’idea di percorso!!Emozione a mille!
MAGGIO
Si inaugura il mese con il mio pap test di controllo trimestrale, lo stesso giorno viene a trovarci dalla Puglia la cugina di mio marito a cui siamo molto affezionati. La portiamo un po’ in giro per Bergamo, viene a cena da noi, passiamo dei bellissimi giorni.
Arriva l’esito del pap test, hpv dna pap test e HPV RNA pap test…TUTTO NEGATIVOOOOO!! Anche la visita va benone, la ginecologa dice che non ha mai visto negativizzarsi così in fretta il papilloma virus del ceppo che avevo io dopo una conizzazione e ha detto che il collo dell’utero si è riepitelizzato in fretta e non sembra quasi che abbia fatto una conizzazione. Mi dà quindi inaspettatamente in anticipo l’ok per iniziare a cercare una nuova gravidanza dal mese successivo, io però decido di aspettare fine luglio perché se rimanessi incinta al primo tentativo partirei per i Balcani incinta di 8 settimane e non mi sembra il caso visto i precedenti.
A fine maggio inizio a soffire di uno strano mal di gola associato a una specie di asma…faccio eco alla tiroide…negativa! Faccio tampone alla gola…esco positiva allo streptococco, ma nonostante l’antibiotico la gola fa ancora male. Spesso poi ho dolori alla schiena, spero che il mare faccia qualcosa…
Il 30 maggio porto Stella all’Acquario di Genova e all Città dei Bambini insieme al suo amico Tommy! Bella giornata!
GIUGNO
Si inaugura il mese partendo per Malta! I miei dolori alla schiena sono sempre presenti e anche quell’infiammazione alla gola, sono un po’ preoccupata, non riesco a godermi in pieno i giorni di ferie. Bellissima la gita a Gozo!!Quel giorno e quei paesaggi rimarranno indelebili nella mia memoria. A metà giugno inizio a prendere su consiglio della mia amica dottoressa le bustine per il reflusso e infatti il mal di gola va via, ma i dolori alla schiena rimangono. Booooh!!
Facciamo una pizzata con le mamme della scuola materna, l’Italia perde ai mondiali e facciamo la festa di fine anno alla scuola materna! Che emozione!
LUGLIO
Stella è in vacanza a Selvino con i nonni, purtroppo il maltempo continua e non riusciamo a sfruttare appieno le serate estive. Incontro a Milano la mia co-guida per caso Sara, ordino un bel po’ di guide e materiale sui Balcani, l’eccitazione per il viaggio sale! Vado dall’osteopata e mi trova molto contratta.
L’ultimo sabato di Luglio andiamo a Piazza Brembana a trovare il collega di mio marito, il Bekcic, e la sua bellissima famiglia! Stella si diverte un mondo con i suoi bimbi. Mi sale la voglia di fare un fratellino o una sorellina a Stella e si riapre quindi “il cantiere”.
AGOSTO
Finalmente andiamo a prenderci la nostra fetta di sole e d’estate prima in Puglia, dai parenti di mio marito, è sempre una gioia rivederli, e poi viaggio nei Balcani!
Un bellissimo on the road tra Montenegro, Bosnia e Serbia! Sarajevo, città del mio cuore!!!
SETTEMBRE
Ritorno al lavoro, per fortuna nuova formazione in ufficio, finalmente mi diverto un po’ , oltre che a lavorare! I miei colleghi han fatto sicuramente la differenza.
Fine settembre…si va con la compagnia al Cannstatter Volksfest di Stoccarda,lo ricorderò come il week end più divertente del 2014!!! La compagnia è una garanzia, il posto ha fatto il resto!
OTTOBRE
Tempo di compleanni, di giorni assolati, di un’estate che sembra incominciata solo ora! Godiamoci questo autunno caldo e colorato. Sto bene!
NOVEMBRE
Inizia con una speranza disillusa, prosegue con un intoppo al lavoro che mi terrà segregata in ufficio per 12 ore al giorno! Unica nota positiva: mio marito torna a Sarajevo con un collega e al suo ritorno mi porta un sacco di leccornie bosniache!! Povera la mia bilancia!
DICEMBRE
Incomincia la magia del Natale, si fa l’albero, si va in Città Alta, mi faccio letteralmente di canzoni natalizie, lucine, atmosfera natalizie e birre di Natale al Marien Platz. Prima di Natale andiamo ad Asiago e a Bassano per un week end in famiglia ed è bellissimo! Le feste di Natale passano in allegria, tra famiglia e amici…
Insomma un anno ricco e pieno di emozioni, sia belle che brutte, ma sono qui, in salute, piena di speranza anche se mi porto dietro ancora molta negatività, non so...non riesco del tutto ad essere felice, anche se le premesse ci sono tutte!! 
Vado, parto per la montagna dove mi aspettano marito, figlia e amici per brindare insieme all'anno che verrà. sperando che realizzi almeno 3 dei miei desideri!
E fuori nevischia...e sui vetri della macchina si sono formati dei cristalli di neve, questo cielo pulito con quest'aria frizzante che sa di nuovo non può che portare fortuna!
Buon Anno a tutti!!!





mercoledì 24 dicembre 2014

Buon Natale!!...e qualche pics di Bergamo in veste natalizia

E così è arrivata la Vigilia di Natale, uno dei miei giorni preferiti dell'anno! L'anno scorso avevo molta malinconia nel cuore, ma quest'anno Dicembre è stato un bellissimo mese, gioioso e pieno di atmosfera! Soprattutto sono riuscita a godermi Bergamo, la mia città d'adozione, in tutta la sua atmosfera! Sotto Natale diventa davvero magica, è un piccolo gioiellino a 30 minuti di auto da Milano, ma in pochi la conoscono. A dire il vero gli stranieri è da una decina d'anni che l'hanno scoperta, con il fatto che l'aeroporto di Orio al Serio collega Bergamo alle più famose capitali europee, gli italiani invece la snobbano o semplicemente non la conoscono, perchè Bergamo è come i bergamaschi, schiva ma sincera. Penso che ai bergamaschi non garberebbe che Bergamo diventasse troppo famosa, a loro piace così.

Quest'anno Sky l'ha scelta per il suo spot natalizio....come potete vedere sopra...e io invece vi regalo alcune foto di questa bellissima città, magari vi sarà di ispirazione per qualche gita durante le vacanze di Natale...


















...e che la magia abbia inizio!!!Buona magica Vigilia di Natale a tutti voi...e che il Natale sia dolce come una cioccolata bevuta al calduccio, davanti al caminetto guardando la neve che scende!!!

giovedì 4 dicembre 2014

#sensomieiviaggi : I luoghi abbandonati dei miei viaggi

Questo mese pensavo proprio di non farcela, il mese di Novembre mi è scivolato addosso quasi senza che me ne accorgessi, un grosso progetto da seguire al lavoro mi ha risucchiato per due intere settimane, facendomi sentire un po' fuori dal tempo e dal mondo, ma eccomi qui, come sempre "al pelo" a raccontarvi per questo nuovo appuntamento de Il Senso dei Miei Viaggi, i luoghi abbandonati che ho incontrato "strada facendo".

FARO DI PUNTA PALASCIA 
Ricordo ancora la prima volta che mio marito mi portò nella sua Puglia, suo padre è pugliese e  quindi anche se è nato e vissuto nelle Prealpi Orobiche nel suo sangue scorre del sangue pugliese. Fin dal primo momento in cui ci misi piede, capii che tra me e questa Regione sarebbe incominciata una lunga e duratura storia d'amore. 
La mia Puglia, che è già Oriente, con il suo vento che profuma di Oltremare, con i suoi piatti che a volte ricordano la Grecia, con le montagne Albanesi di cui si intravede il profilo nelle giornate in cui soffia il maestrale e i borghi candidi che ricordano le chora cicladiche....

In particolare c'è un posto per me magico, il faro di Capo d'Otranto, più precisamente il Faro di Punta Palascia. E' il punto più a Oriente d'Italia, non è curioso che il punto più a Est della nostra penisola si trovi in una regione del Sud? E le curiosità non finiscono qui...Non appena ci si incammina sul sentiero che porta al faro, totalmente disabitato e abbandonato, si interrompe il segnale con qualsiasi compagnia telefonica italiana e arriva il segnale delle compagnie telefoniche greche...nel mio caso arrivò un  sms da Telestet che mi annunciava "Benvenuta in Grecia"...lo vidi come un segno del destino e indovinate dove andai l'estate successiva? Eh, eh, eh....

Visto che si avvicina Capodanno, sappiate che se cercate un posto particolare dove aspettare la mezzanotte, il Faro è uno di questi...Sarete i primi in Italia a vedere l'alba del 2015!!!

Capo d'Otranto anno 2003
 MINIERE ABBANDONATE DI ZOLFO - ISOLA DI MILOS

miniere di zolfo Milos

E a proposito di Grecia, il secondo posto abbandonato in cui vi porto sono le miniere abbandonate di zolfo sull'isola di Milos, un'isola incredibile, ricchissima dal punto di vista geologico. Se amate il mare dovete andarci, da visitare sull'isola non c'è quasi nulla, ma il mare ha dell'incredibile, colori pazzeschi dati dai colori delle rocce...ci sono spiagge di perlite, che danno all'acqua un colore caraibico, ci sono spiagge di sassolini rossi, spiagge con rocce scure perchè l'isola è di origine vulcanica, ci sono pareti gialle e rosse che sprofondano nel mare..Questa della foto è la spiaggia di Paliorema (o Thiorichia) , la spiaggia è raggiungibile difficilmente in auto, più comodamente in barca, come abbiamo fatto noi. Il paesaggio è molto suggestivo perchè i colori della battigia e le miniere di zolfo abbandonate donano alla spiaggia un'atmosfera da Far West. Il contesto è di una bellezza da togliere il fiato..i resti dell'antica miniera rimasta esattamente così come l'hanno lasciata gli ultimi operai,l'acqua limpidissima,  le infiltrazioni di ferro che in certi punti la colorano di rosso-marrone, il blu cobalto del cielo che contrasta con quelli della montagna...insomma un luogo imperdibile se vi trovate nell'Isola dei Colori (così è soprannominata l'isola di Milos)

PISTA OLIMPICA DEI BOB -  SARAJEVO 

pista olimpica bob, Sarajevo


Pensavate che sta volta l'avreste scampata? E invece sono riuscita a mettere Sarajevo anche in questo appuntamento de Il Senso dei Miei Viaggi!!

"Ha passato giorni sdraiato con il mento inchiodato sulla neve, a Bijelasnica, a Malo Polije, a beccarsi gli schizzi dei bob, dei salti dal trampolino della combinata nordica. Dice che si è fottuto gli occhi.

<<Non potevi usare gli occhiali?>>

Ride, dice che è come fare l'amore vestiti, che l'occhio dev'essere dentro l'obiettivo." (tratto da "Venuto al Mondo" di Margaret Mazzantini)

Dev'essere stato pazzesco stare a Sarajevo in quei giorni, i giorni delle Olimpiadi invernali 1984. La città era in fermento, era la prima volta che mostravano "il culo al mondo", come dice Gojko. I minareti infilzavano il cielo come lame, la neve si posava candida sulle tegole delle chiese e delle case, i locali underground pullulavano di ragazzi che ballavano scalzi, gli scarponi da neve appoggiati per terra a formare pozzette di neve sciolta. Concerti rock in ogni buco, che fosse una cantina o una kafana. Turisti venuti per le olimpiadi che si trovavano a sorpresa nel cuore di un Paese che stava vivendo un momento irripetibile, si stupivano di scoprire una città in fermento, bella, festosa, vivace e accogliente. 
Quando la festa finì. le piste dei bob rimasero abbandonate, ma le famiglie andavano nei prati lì intorno a fare i pic nic in primavera e estate. Poi arrivò la guerra e quei posti, quelle piste rimasero del tutto abbandonate e in rovina, i prati intorno minati, ora bonificati, ma lo spettro dei giorni bui è così forte da coprire l'eco di quei giorni felici.

Con questo post partecipo all'appuntamento mensile de "il Senso dei miei Viaggi", questo mese capitanato da Clara

martedì 4 novembre 2014

Gli incompiuti dei miei viaggi - #sensomieiviaggi

Ogni volta che organizzo un viaggio mi faccio una scaletta delle cose che non devo assolutamente perdere, ma puntualmente c'è sempre qualche imprevisto (per fortuna, aggiungerei!! Un po' di improvvisazione nei viaggi ci vuole!!) che scombina i piani.. come un acquazzone che ci costringe a cambiare programma, come quella volta a Berlino quando una sfilata a cui ci troviamo nostro malgrado ad assistere ci fa arrivare al museo dei Ramones quando oramai è chiuso o come quella mattina in cui mi sono svegliata alle 6 e sono arrivata in piazza a Korcula per partecipare alla gita sulla foce della Neretva e Mostar per poi scoprire che io, mio marito e la mia amica eravamo gli unici iscritti e quindi la barca non partiva..o come quella volta che avevo sbagliato a leggere la guida e sono arrivata al castello del Wawel a Cracovia quando la sala che ospitava "La Dama con l'Ermellino" di Leonardo era chiusa (sono riuscita a vedere il quadro due giorni dopo).

Insomma potrei andare avanti a oltranza...ma alla fine ecco la mia "Top 3" degli incompiuti dei miei viaggi...

 La schiusa delle uova delle tartarughe - Xcacel, Messico
spiaggia di Xcacel, Messico
Il Messico è stato un sogno che si avverava, un viaggio a lungo desiderato e l'unico Oltreoceano che sono riuscita a fare (questioni di portafoglio!!), è stato infatti il nostro viaggio di nozze, 18 giorni tra Yucatan, Campeche, Chiapas e Quintana Roo, un mix di siti Maya, natura selvaggia, città coloniali e mare caraibico.
A Playa del Carmen i gestori della nostra Posada erano italo-spagnoli e quindi parlavamo con loro in italiano, ci davano un sacco di consigli su cosa vedere e cosa no, prendevamo i collectivos e ogni giorno per tutta la settimana che siamo stati lì visitavamo spiagge o parchi diversi. Ci consigliarono la spiaggia di Xcacel, lo stereotipo della spiaggia caraibica...km e km di sabbia bianca incontaminata, corallo rosa sbriciolato sulla battigia, mare che sembrava vetro fuso e una rigogliosa vegetazione. Ma la spiaggia è anche riserva naturale, qui vi depongono le uova le tartarughe marine e sulla sabbia si potevano vedere le orme di questi simpatici animali e le buche dove nascondevano le uova. Ci dissero che una biologa lavorava presso la spiaggia e se volevamo potevamo, pagando, assistere con lei alla schiusa delle uova che però sarebbe avvenuta di notte. Io ero esaltatissima, ma essendo di notte dovevamo noleggiare un auto perchè i collectivos non passavano a quell'ora. Ci informammo, ma i prezzi erano esorbitanti...l'auto meno costosa che volevano propinarci era un Maggiolone bianco degli anni 70 senza assicurazione inclusa per 100 dollari al giorno. Rinunciammo e di conseguenza rinunciammo anche al mio sogno di vedere la schiusa delle uova, un vero peccato! Anche se ci rimane il ricordo di quella spiaggia incredibile dove tornammo anche una seconda volta e che trovammo completamente deserta...era tutta per noi! Un vero regalo di nozze!!!

La Biblioteca di Sarajevo
la Vijecnica a Sarajevo
Se non parlo di Sarajevo non sono contenta...però che ci posso fare?? Non lo faccio apposta!! Giuro! Mi esce naturale!!
Comunque...dicevo...
Nel 2009 andai per la prima volta dopo la guerra degli anni 90 a Sarajevo,la storia della Vijecnica , la Biblioteca in stile moresco simbolo della città,  mi aveva da sempre affascinato e infatti fu una delle prime cose che andai a vedere. Sapevo che era in ristrutturazione, dopo la sua distruzione da parte dei cetnici durante l'Agosto 1992 e infatti la trovai impacchettata, ma era notte ed era ugualmente illuminata. Rimasi lo stesso a bocca aperta e pensai che se mi faceva quell'effetto con le impalcature chissà che effetto mi avrebbe fatto una volta restaurata e promisi a me stessa di tornarci presto, una volta ultimati i lavori. Questa primavera finalmente è stata inaugurata e ad Agosto sono tornata da lei, ho mantenuto la mia promessa e lei ha mantenuto la sua: lasciarmi senza fiato davanti a tanta bellezza!!

La Caldera - Isola di Santorini
Sognavo da anni le Cicladi, un "ISLAND HOPPING" per la precisione e dopo aver visto un film che ora reputo un po' "stupidino" , ma che quando avevo poco più che vent'anni mi aveva emozionato moltissimo ("Che ne sarà di noi" di Veronesi), divennero un urgenza. Prenotai il volo ad Aprile per Agosto e già costava "un botto", di solito viaggiavamo con i nostri migliori amici, eravamo sempre un bel gruppo,ma sempre squattrinati, io lavoravo, ma molti ancora studiavano o avevano lavoretti precari quindi eravamo sempre al risparmio. L'anno prima eravamo partiti in 17 e per risparmiare ci eravamo sparati 24 ore di traghetto da Trieste a Corfù e avevamo affittato un'intera villa, il tutto per la ridicola cifra di 399 euro a testa (me lo ricordo ancora!! Traghetto e due settimane di alloggio!!Che galla, quando mi ci mettevo riuscivo sempre a scovare e spuntare i prezzi migliori e a stare nel budget che mi davano i miei amici). Per farla breve, quell'estate partimmo solo in 6, la compagnia si divise in due: noi 6 andammo in Grecia (Atene, Paros, Santorini e Naxos) e gli altri a Lloret de Mar.
Il viaggio fu bellissimo, noi sei insieme ci divertimmo un mondo, eravamo anche i più inclini della compagnia a visitare più posti in un giorno, eravamo i meno "stanziali", quindi avendo le stesse esigenze non litigammo mai e tutto filò liscio, ma gli altri mi mancavano. Tanto. Tantissimo. A volte la sera avevo il magone, perchè pensavo a quando l'anno prima avevamo fatto il falò sulla spiaggia di Pelekas o la mega grigliata sul terrazzo di casa. Oppure due anni prima, quando dopo 18 ore di macchina arrivammo a Plitvice e il giorno dopo J. disse che per vedere quello spettacolo ne era valsa la pena e avrebbe guidato ancora 18 ore se gliel'avessero detto. O sempre due anni prima sulle mura di Dubrovnik a improvvisare uno "street party" coinvolgendo dei perfetti sconosciuti e tirare l'alba con loro. 
Una sera a Paros tornai a casa e trovai la chiamata proprio di J. ma era troppo tardi per richiamare . Gli scrissi un sms (ai tempi non c'era whatsapp, nè FB!!) e mi rispose che mi aveva chiamata perchè gli mancavamo. 
Il giorno dopo ci imbarcammo su un traghetto lentisssssssimoooo per Santorini e non ero pronta allo spettacolo che mi aspettava. 
A un certo punto avvistammo un'isola nera...si faceva sempre più vicina...era un semicerchio...entrammo nella caldera e rimasi senza fiato: guardavo questa parete bruna e rossastra a picco sul mare blu cobalto, il cielo dello stesso colore del mare e in cima alla parete una spruzzata bianca, che sembrava neve, ma altro non era che il candido paese di Oia, con i suoi mulini a vento e le sue casette bianche e pastello. 
In quel momento ero vicina al mio moroso (ora marito) e gli dissi che mi spiaceva che gli altri nostri amici non fossero con noi. Mi mancava qualcosa. Sentivo che quel momento non era compiuto, non era perfetto perchè mi mancavano troppo, soprattutto D. e J. , sapevo che loro sarebbero rimasti come me a bocca aperta davanti a quello spettacolo. Presi il cellulare e scrissi a entrambi un messaggio "Vorrei foste qui con me, perchè quello che sto vedendo vi piacerebbe da impazzire".


la Caldera - Santorini

Con questo post partecipo all'appuntamento mensile de "Il Senso dei miei Viaggi", ideato da Monica e per questo mese "capitanato" da Mamma Orsa Curiosona

giovedì 30 ottobre 2014

Era uno Sweet October...

Questo mese volge al termine e io non ho mai scritto sul blog...di cose da raccontare ne avevo...il Cannstatter Volksfest, i nostri compleanni, questo dolce Ottobre che sembrava estate, le puntate successive del mio viaggio nei Balcani di due mesi fa (sigh!!di già?)...ma il tempo era poco e la vita da godere tanta, l'ispirazione per scrivere veniva sempre nei momenti più impensabili al lavoro e non potevo mettere nero su bianco e la sera e i week end erano troppo pieni di tutto...amici, risate, sogni, dolci da cucinare, tramonti da guardare, favole da raccontare.

Era iniziato come uno Sweet October, ma sta finendo come un Ottobre "deMMerda", scusate il francesismo...

Quest'anno non se ne esce...

Io non c'entro nulla, io sto benone, la Pulci anche, mio marito pure...

Questa volta la botta è arrivata per l'ennesima volta a una delle mie migliori amiche e a mia cugina.

Io rimango per l'ennesima volta non senza parole, anzi...con troppe parole strozzate in gola.

Ma che è questo 2014????

Vorrei trasformarmi in una vera strega domani, non solo per finta, una strega buona...e fare tante magie per portare la felicità a chi quest'anno si è visto troppe volte infrangere i propri sogni, a chi ha dovuto affrontare grosse prove...alcune volte troppo grosse...

Domani è Halloween, la festa preferita della mia Pulci...e io vorrei davvero avere una bacchetta magica e fare 10, 100, 1000 magie...

La magia dei desideri (fonte Internet)

giovedì 25 settembre 2014

#sensomieiviaggi I Ponti dei miei Viaggi

Dopo aver saltato un appuntamento de "Il Senso dei Miei Viaggi" a causa del poco tempo al ritorno dalle ferie, eccomi di nuovo presente! Il tema di questo mese è stato proposto da Alessandra di Fiori e Vecchie Pezze e si intitola "I ponti dei miei viaggi", un tema che mi ha subito ispirato visto che ho sempre subito il fascino dei ponti, così sospesi nel vuoto, dall'aspetto a volte fragile a volte possente, dalla loro simbologia intrinseca di unione e collegamento, simbolo di "passaggio" o, nel caso dell'arcobaleno, simbolo di unione tra terra e cielo...e si potrebbe continuare all'infinito. 
E' stata dura selezionare le foto, ma alla fine ho scelto i tre ponti più rappresentativi di una sola Nazione, la Bosnia Erzegovina, perchè ricchi di storia sia passata che recente. 

Il Ponte Latino - Sarajevo - Il Ponte della Storia


Il Ponte Latino

Il Novecento è detto anche "Il secolo breve" perchè i primi 14 anni furono uno strascico della Belle Epoque, infatti il Novecento si fa idealmente iniziare con la Prima Guerra Mondiale e la Prima Guerra Mondiale ebbe come miccia l'attentato all'Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo per mano dell'anarchico Gavrilo Princip, inizialmente ricordato da una targa sul Ponte Latino come "Eroe" mentre ora come "Terrorista" in quanto Gavrilo ero serbo. Gavrilo sparò i colpi letali proprio dal Ponte Latino. 
Ora...se facciamo un riassunto molto semplicistico si può dire che il Novecento nasce e muore a Sarajevo. Dalla Prima Guerra Mondiale la Germania uscì praticamente annientata e questo pose le basi per il Nazionalismo, fornì terreno fertile a Hitler per il suo scellerato disegno nazista. Ed ecco quindi scoppiare la Seconda Guerra Mondiale che ebbe, tra le tante conseguenze, il consolidamento del Comunismo; tra il 1945 e il 1948  i partiti comunisti giunsero al potere in Jugoslavia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Albania, Polonia e nella Repubblica Democratica Tedesca. Viene eretto il Muro di Berlino...e il Novecento viene idealmente fatto finire proprio con la caduta del Muro, il 9 Novembre 1989. Dopo la caduta del Muro si ebbe come diretta conseguenza l'Autunno delle Nazioni, ovvero il rovesciamento di vari regimi comunisti...Polonia, Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lituania, Lettonia,Romania e Albania...fino ad arrivare ai primi anni '90 quando anche la Jugoslavia si dissolse, pezzo per pezzo.
Il conflitto in Bosnia conclude idealmente il Novecento che qui muore, a Sarajevo, dove era cominciato, su quel ponte dall'architettura così insignificante, ma così pregno di Storia. 
Per molti storici, la guerra in Bosnia non è l'ultima del Novecento, ma la prima del Terzo Millennio. Paolo Rumiz scrive: 
"La guerra in Bosnia non era affatto l’ultima del Novecento. Era la prima del terzo millennio. Esprimeva già il potenziale distruttivo delle tempeste a venire. C’era in essa l’impotenza dell’Europa di fronte alle crisi che la riguardavano. C’era la debolezza dell’ONU e c’era già, tutta, la solitudine americana nel suo ruolo di poliziotto del mondo. Vedevi anche, con anticipo, l’inutilità delle guerre stellari e delle bombe intelligenti di fronte a conflitti rasoterra dove i clan conservavano il controllo del territorio e le popolazioni vantavano capitali di orgoglio e sopportazione capaci di sballare ogni nostra previsione strategica.”
La guerra in Bosnia, scatenata col pretesto di reprimere un fondamentalismo islamico che ancora non esisteva, lungi dal prevenire il terrorismo, lo svegliava dal suo torpore, lo richiamava in vita.
“Rinunciare alla coesistenza a Sarajevo significa semplicemente non credere nell’Europa.  Preferire i muri ai ponti in un continente che è un ponte di per sé, una straordinaria Terra di Mezzo".

Quindi potete immaginare l'emozione provata quando sono tornata a Sarajevo quest'anno dopo 5 anni dall'ultima volta. Proprio quest'anno, anno in cui ricorre il primo centenario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Mentre guardavo la Miljacka scorrere sotto il Ponte Latino ho visto scorrere tutta la Storia del Novecento sotto di me.


Ponte Mehmed Paša Sokolović - Višegrad - Un ponte da Premio Nobel

Il ponte sulla Drina
A Visegrad ci si arriva in un'oretta di macchina da Sarajevo. Sarà che durante il tragitto leggo ad alta voce "Il Ponte Sulla Drina" del premio Nobel Ivo Andric, sarà che proprio mentre stiamo per arrivare, nel libro viene descritta minuziosamente la scena in cui un uomo viene impalato ed esposto sul ponte, sarà che proprio Visegrad è stata teatro di uno dei primi scenari di pulizia etnica e genocidio perpetrati dai cetnici sui musulmani che abitano quella zona, sarà che qualche giorno prima avevo letto un articolo proprio sulla Drina quale scenario di guerra negli anni '90 tanto che si narra che a volte il fiume perdeva la sua sfumatura verde smeraldo per diventare rosso sangue, sarà un insieme di tutti questi motivi, ma quando arrivo sul Ponte mi colgono un'inquietudine e un senso di nausea pazzesca. Mi gira la testa. Non mi sento a mio agio. Sembra che le persone del posto ci guardino un po' storto, non c'è una bella atmosfera e a parte il ponte, che è veramente una costruzione di inestimabile valore, Patrimonio Unesco e con una storia molto interessante, il resto della cittadina è veramente degradato. Anche il minimarket, dove entriamo per comprare dei panini, ha un'atmosfera tetra e cupa.
Dal canto suo la bellezza del ponte è quasi fuori luogo in quel posto angosciante e ancora troppo rimbombante di grida di terrore e morte. 
Il ponte fu costruito nel periodo in cui la Bosnia era occupata dagli Ottomani, la costruzione durò parecchi anni e fu terminata nel 1571. Ai tempi veniva applicata dagli Ottomani la pratica del "Devscirme"(dal turco "devşirmek", "raccogliere") , pratica che veniva applicata ai cittadini di religione diversa dall'Islam, quindi nel caso specifico ai Serbi Ortodossi. In sostanza si trattava di un tributo di sangue: i contadini serbi dovevano cedere i proprio figli all'Impero, essi venivano allontanati da casa ancora bambini e cresciuti ed istruiti come "Giannizzeri", l'ordine militare d'élite dell'esercito ottomano. Molti contadini serbi con il tempo iniziarono a vedere questa pratica come un'opportunità per i loro figli di crescere con un'istruzione e con un futuro più roseo nella capitale, con la speranza che non si dimenticassero delle loro famiglie e potessero magari, occupando posizioni di potere, fare qualcosa di positivo in favore della loro terra d'origine. Tra i tanti bambini portati via da Visegrad, ce ne fu uno che spiccò per intelligenza e capacità tanto da entrare nelle grazie del Sultano Solimano il Magnifico e di suo figlio Selim che gli concesse in sposa la figlia Ismihan. Il ragazzo prese il nome di "Mehmet" e, non avendo dimenticato nè la sua città d'origine nè il faticoso viaggio in cui dovette attraversare la Drina in piena quando ancora non esisteva un ponte, commissionò, oltre che opere religiose e commerciali, la costruzione del ponte di VIsegrad.
Come spiega anche Andric nel suo capolavoro letterario, per costruire il ponte si lavorò per anni giorno e notte e il risultato fu questa magnificenza architettonica della lunghezza totale di 179 metri poggiata su 11 arcate e con una carreggiata di 4 metri. Dall'inizio della sua costruzione il Ponte divenne parte integrante della vita cittadina e simbolo di unione tra due mondi e tra due religioni, ma nel corso dei secolo anche triste testimone di persecuzioni perpetrate prima dagli ottomani sui serbi ortodossi e poi , durante il più recente conflitto degli anni Novanta, dai cetnici sui bosgnacchi, tanto che il ponte fu spesso usato come vetrina, sia nell'epoca ottomana che in quella più recente, di teste mozzate e impalate. Forse l'aria e la terra sono ancora troppo pregni di quell'orrore, forse è per questo che mi sembrava di respirare un'aria malsana. Forse quando i lavori di restauro e recupero dell'intera cittadina saranno finiti (per ora ho visto solo i pannelli con il disegno del progetto) si potrà cercare di voltare pagina...ma forse ora è ancora troppo presto.

Lo "Stari Most", il ponte vecchio di Mostar, il ponte per antonomasia

veduta dello Stari Most dalla cima di un minareto

Cambiando totalmente atmosfera, eccoci nella sassosa e mediterranea Erzegovina. A Mostar il vento profuma già di mare e salsedine e la Bosnia sembra trovarsi a una distanza siderale, se non fosse che anche qui troviamo gli stessi echi d''oriente, come i minareti o lo Stari Most, il Ponte Vecchio, simbolo della città. 
Quando tornai a Mostar la prima volta dopo la guerra, appena vidi il ponte sentii salire le lacrime agli occhi perchè io su quel ponte c'ero già stata nel lontano 1989, avevo 8 anni, ma mi era rimasto impresso nella mente.
Tornata a casa da quella vacanza avevo dovuto finire i compiti delle vacanze e tra i tanti c'era un tema: dovevamo descrivere un posto visitato in vacanza. Io avevo fatto molto di più. Complice quel fuoco che fin da piccolissima mi aveva sempre accompagnata, quella voglia di scoprire e viaggiare (tanto che anche quando avevo solo 6 anni mi ero inventata un catalogo di viaggi usando un quaderno a quadretti e dei ritagli di riviste), avevo preso tutti i depliant informativi su Mostar, ritagliato le varie foto, mi ero documentata sulla sua storia e infine avevo redatto una sorta di mini guida turistica della città, tanto che la maestra era rimasta entusiasta e aveva voluto elogiarmi davanti a tutta la classe.
4 anni dopo quel viaggio, mia mamma, seduta sul divano di casa, mi chiamò urlando per mostrarmi in tv i bombardamenti e la distruzione del Ponte. Lo ricordo come se fosse ieri. Mi disse “Chiara, ricordati questo giorno, perchè abbiamo visto un pezzo di storia che ora non c'è più”
Eravamo tutti tristi.
Il ponte infatti, considerato simbolo di unione tra il quartiere Croato-Cattolico e il quartiere Ottomano-Mussulmano, fu distrutto dai Croati. All'inizio del conflitto i croati-cattolici e i mussulmani si allearono contro i serbi che circondavano la città, ma in un secondo momento, i primi, allettati dalla possibilità di annettere l'Erzegovina alla ricca Croazia, si misero a fare la guerra ai loro “fratelli” musulmani e la distruzione del ponte fu puramente un atto simbolico senza alcun valore strategico. E così, quell'elegante arco di pietra chiara che per 500 anni aveva visto la sua superficie colorarsi di argento al chiarore della luna, quel ponte che aveva visto scorrere la Neretva color smeraldo proprio sotto i suoi piedi e centinaia di ragazzi tuffarsi nelle sue acque, in pochi minuti venne distrutto dalle bombe e crollò in acqua, portandosi dietro mezzo secolo di storia.
Nel 2004, grazie anche a un finanziamento italiano, fu ricostruito tale e quale. Alcune pietre, poche a dir la verità, furono raccolte dal fiume e riutilizzate. Per le altre invece si cercò di studiare com'erano state tagliate, si ricavarono dalla stessa cava da cui furono estratte 500 anni prima, e si tagliarono rigorosamente a mano in modo da essere il più simile possibile all'originale.
Il ponte è tornato bello come prima, ma due pietre, una da un lato e una dall'altro, invitano a non dimenticare quello che è stato. “Don't Forget 1993” .

lunedì 22 settembre 2014

Etichette per le città

Voglio riproporre come un gioco un post che mi ha molto divertito, si tratta dell'ultimo post del blog "La Ragazza con la Valigia" (blog che trovo graziosissimo per i contenuti, sempre scritto in modo originale e soprattutto spontaneo, si nota anche dal fatto che i post hanno una frequenza molto variabile a seconda dell'ispirazione dell'autrice)...

Praticamente si tratta di dare alle città che avete visitato un aggettivo che le rappresenti (almeno per voi), una sorta di etichetta...siccome è un "gioco" che ho fatto spesso nella mia mente, ve li ripropongo...

LUBIANA...la città degli abbaini


VENEZIA...la città della dolce malinconia 



VIENNA...la città delle possibilità


ISTANBUL...la città dei sensi (scusa Ragazza con la Valigia, ma è la stessa cosa che ho sempre pensato anche io)



COLMAR...la città delle fiabe




PRAGA...la città della bellezza


BERLINO...la città del movimento



DUBLINO...la città del cambiamento
(ci sono andata talmente tanto tempo fa che non esistevano o quasi le macchine fotografiche digitali e non avevo nemmeno lo scanner per scansionarle...ma da quel mese a Dublino con la mia migliore amica tornai totalmente diversa, tanto che esiste una Chiara pre-Dublino e post-Dublino...)

CRACOVIA...la città dello stupore


BELGRADO...la città del godimento...


SARAJEVO...la città dei sentimenti viscerali...

sembra una foto anni 80, ma l'ho scattata io 5 anni fa...che effetto!!

BERGAMO...la città che profuma di casa...




giovedì 18 settembre 2014

Sarajevo mi accoglie!

Avvolta nell’atmosfera della Baščaršija , con i suoi echi d’oriente e l’aria frizzantina mi sento accolta.

Sarajevo - meeting of cultures

Il giorno dopo vedo Sarajevo per la prima volta illuminata dal sole, la vedo brillare con il suo cielo blu, come solo in montagna può essere il cielo, rivedere la città inondata di luce (nel 2009 fummo sfortunati e piovve per 2 giorni e mezzo) è tutta un’altra cosa e mi sento ancora più innamorata.

interno della cattedrale cattolica

I nostri compagni di viaggio non sono mai stati a Sarajevo e così eccoci a far da ciceroni tra Feradija e la chiesa Cattolica, tra la piazza degli scacchi (che per far posto agli stands del Sarajevo Film Festival si sono dovuti spostare su una scacchiera dipinta con gli spray poco più in là di quella originale) e la chiesa Ortodossa, tra i palazzi color crema e azzurrini del quartiere austro-ungarico e il Bazar ottomano e infine la suggestiva Baščaršija , con i suoi colori e i suoi profumi d’Oriente.

Il mercato coperto
In realtà appena arrivati in centro entriamo nel mercato coperto ,una signora al banco dei formaggi fa i complimenti a mia figlia e ci offre del formaggio, assomiglia a una provola affumicata, ma la pasta è più dura.

la "Signora dei Formaggi"...eh eh eh...
Ce ne fa assaggiare altri, tra cui il famoso formaggio di Travnik, che viene prodotto solo nella città omonima e fatto insaporire in salamoia dentro a delle cassette di legno, poi assaggio un altro formaggio ancora…alla fine gliene compro un po’, iniziavo a sentirmi una scroccona. Esco dal mercato che mi sembra di aver già pranzato…e sono solo le 10 del mattino!!
Ed ecco davanti a noi il Markale, tristemente noto per la strage del 5 Febbraio 1994 in cui morirono 68 persone e ne furono ferite circa 200, strage dopo la quale il 10 febbraio la NATO diede ai serbo-bosniaci dieci giorni di tempo per ritirare l’artiglieria ad almeno 20 chilometri di distanza da Sarajevo oppure consegnarla alle Nazioni Unite: in caso contrario sarebbero cominciati attacchi aerei contro le loro posizioni.

il Markale - sulla parete rossa i nomi delle vittime

Ma questa volta voglio concentrarmi sul presente, non sul triste passato. Voglio godermi i suoi colori, la gentilezza dei suoi mercanti che vogliono a tutti costi far assaggiare a Stella un fico piuttosto che una prugna. A guardarlo senza sapere, sembra un mercato come un altro, allegro , vivace e suggestivo come lo sono tutti i mercati “storici” delle grandi città.

L'uomo dei fichi :-)


ma guarda un po' che bilancia...




Nella Bascarsija dopo il Bazar ci dirigiamo verso la Moschea di Gazi Husrev Beg, la rivedo volentieri, per me è di una bellezza così delicata da restare incantati. Stella è attirata dalla grossa fontana dove i fedeli si lavano i piedi prima della preghiera.

la fontana della Moschea


Fontana della Moschea - dettagli

Ma il punto forte della giornata è la Biblioteca Nazionale, quella è anche per me una “prima volta” e l’emozione  è davvero tanta.
interni restaurati della Biblioteca

Ovviamente non sarà più la stessa cosa, è anche tutto “troppo nuovo” , troppo “pulito” , come lo Stari Most a Mostar, ma è un edificio grandioso, da mozzare il fiato, di una bellezza potente e la sua storia rende tutto ancora più affascinante.

interno della Biblioteca Nazionale



particolare della Vijecnica (foto a cui tengo molto, è la prima foto scattata da Stella!!!)

All'interno dei pannelli spiegano la storia della Biblioteca Nazionale...da chi fu commissionata, il progetto, alcune foto di repertorio, l'incendio avvenuto durante la guerra e le fasi di restauro. Stella poco prima di entrare mi aveva convinto a comprarle un palloncino a forma di coccinella ("bubamara" ho detto al venditore di palloncini nella piazza del Sebilj...e questo ha cominciato a parlarmi in serbo croato...ehm...vedi a voler fare la figa pronunciando una delle poche parole in serbo croato che hai imparato in tutti questi anni???) e nelle foto che ho scattato mi sono accorta che spesso per caso è apparsa nell'angolo a sinistra, lo voglio vedere come un segno di buon auspicio per la Viječnica che durante il rogo del 1995 si vide portar via dalle fiamme circa l’80% di libri, documenti, manoscritti rari e fotografie, oltre due milioni di volumi. Per me la distruzione della biblioteca di Sarajevo rappresenta l'essenza di questa guerra:l'urbanicidio perpetrato dai cetnici sulla città di Sarajevo, la loro volontà di cancellare secoli di storia e convivenza etnica e religiosa, il rogo della cultura e della civiltà...cosa meglio di una biblioteca che brucia può rappresentare tutto ciò? 

Un po' storditi da tanta bellezza e dal fascino della storia ci rituffiamo nell'allegro chiasso della Bascarsija e cerchiamo Sac, una delle tante Buregdzinica della città, forse la migliore (mi fido perchè ci è stata suggerita da un caro amico originario di Sarajevo...chi meglio di lui???) . 
al formaggio, agli spinaci, alla carne...che Burek scegli?

Qui vendono solo burek, fatto in tanti modi diversi, ci sediamo all'interno, in uno dei pochi tavoli in legno. Le cameriere sono gentilissime con la mia Stella e la riempiono di complimenti. Il mio burek al formaggio si scioglie in bocca, è perfetto, gustoso e la morte sua è proprio lo jogurt bianco che qui si usa bere come accompagnamento (nella Bascarsija molti commercianti sono musulmani e quindi non servono alcoolici).
E il nostro giro prosegue con il rito del caffè turco..ops, bosniaco, non so quanti ce ne siamo bevuti in quei giorni; qui il rito del caffè è una cosa seria (e adorabile, a parer mio..) il caffè è servito su un bel vassoietto di rame con un "rahat lokum ", ovvero un dolcetto , una sorta di cubetto di gelatina ricoperto di zucchero a velo, di solito all'aroma di rosa (il mio preferito), ma disponibile anche alle noci e alla vaniglia. Il caffè non viene servito direttamente nella tazzina ma in un bricco sempre di rame. Le tazzine di ceramica sono decorate o rivestite esternamente anch'esse di rame. Sul vassoio viene servito anche lo zucchero, ma non semolato, bensì in zollette.

rito del caffè

Giriamo tra le vie del quartiere austroungarico, entriamo nella cattedrale ortodossa, spiamo per un po' i giocatori di scacchi nella piazza adiacente la cattedrale e gironzoliamo tra gli stands del Sarajevo Film Festival, evento che fu ideato proprio durante l'assedio (come si fa a non amarla questa città???).

tra la Bacarsija e il quartiere Austro-Ungarico

Risaliamo infine la Miljacka, attraversiamo il Ponte Latino e andiamo a goderci un'altra delle meraviglie di questa città, una gioia per il palato, ma anche per gli occhi: il birrificio di Sarajevo, la Sarajevska Pivara, un bell'edificio rosso proprio vicino alla chiesa cattolica di Sant'Antonio. 
interni del birrificio

 Il birrificio fu fondato nel 1864 e non smise di funzionare, in un certo senso, nemmeno durante il conflitto degli anni 90 perchè era l’unico posto in città in cui ci si poteva rifornire di acqua potabile grazie alla sorgente sotto l'edificio, la stessa usata per fare la birra. La gente attraversava la città con quante più taniche poteva, rischiando ogni volta la vita perchè per arrivare al birrificio bisognava passare in alcune delle vie più pericolose della città, esposte alla vista dei cecchini. Molti facevano il giro più lungo, ma al ritorno , con le taniche cariche d'acqua, era molto difficile. Il locale è molto suggestivo, la luce è soffusa, l'arredo è in legno, i lampadari antichi e maestosi. Si può anche cenare, noi ci siamo andati solo per una birra (sì, beh, ok...due birre) ...e che birra! Hanno sia la birra chiara che scura (tipo le dunkel tedesche), hanno la birra radler (aromatizzata al limone) e anche la birra analcolica (a me è piaciuta moltissimo la birra scura). 

Per cena scegliamo invece un locale fuori dai sentieri più battuti, ovvero il vecchio Club degli Scacchi di Sarajevo, oggi ristorante tipico. La via non è lontana dalla zona della Fiamma Eterna, ma sembra di entrare in un altro mondo. Lontano dal caos del Sarajevo Film Festival. Lontano dai turisti della Bascarsija. Qui non c'è anima viva, una strada buia e poi una scalinata, ed ecco sulla nostra destra l'ingresso del Club degli Scacchi. Qui i pochi avventori sono tutti gente del posto, noi siamo gli unici stranieri. Il menù è vario, ma in realtà hanno solo pochi piatti di quelli elencati. Quasi obbligata, scelgo i dolmades e mai scelta obbligata fu più felice di questa!! I migliori dolmades mai assaggiati accompagnati da un pane meraviglioso che sembrava focaccia e da una fresca Karlovacko...ebbene sì!! L'abbiamo trovata anche a Sarajevo. 

Tornata a casa apriamo il rubinetto e...non scende nulla. Ora capiamo a cosa servivano quei due boccioni da 5 litri l'uno che la padrona di casa ci aveva lasciato in bagno. Vado in panico...ma come diavolo facciamo??? Come si usano?Quando tornerà l'acqua? Mettto un messaggio tra lo scherzoso e il tragico su Facebook...iniziano a fioccare i commenti divertiti finchè arriva "il Bekcic" che mi dice "l'acqua dovrebbe tornare domattina, quanto all'uso dei boccioni...beh potrei scriverti un manuale".
Al che ripenso al birrificio, alla gente in fila per l'acqua, con le sue taniche da riempire, nessuna goccia andrà sprecata. L'acqua deve bastare per cucinare e lavarsi. 
E io mi sento stupida e arrogante. E sarà solo la prima volta durante quei giorni. 
Buona notte Sarajevo...Sarajevo ljubavi moja...