sabato 6 aprile 2013

Dall'altra parte della barricata

Mi è capitato pochi giorni fa di commentare divertita un post su Facebook di un'amica incinta che diceva che avrebbe scoperto il sesso del nascituro quel giorno con la famigerata Ecografia Morfologica, quella che segna il traguardo delle 20 settimane, quando ormai tutto diventa in discesa...
Tutte le sue amiche a commentare "speriamo sia maschio, così fai la coppia", oppure "Femmina, femmina, femmina! "
Leggevo commenti e partecipavo divertita. Come fanno le persone "normali" che sono rimaste incinte al primo colpo e alle quali è andato tutto bene.
Ora leggevo divertita. Perchè non mi sento più a metà. Non mi sento più handicappata. 
Perchè tre anni e mezzo fa lo stesso post, quando questa stessa mia amica era incinta della primogenita mentre io avevo appena perso il mio bambino alla sesta settimana di gestazione, mi aveva dato terribilmente sui nervi perchè anche se non l'avevo scritto avevo pensato "ma che cazzo ce ne frega del sesso??? L'importante è che sia sano, che ci sia..." E se l'avessi scritto sarei passata per un'acida invidiosa...che era poi quello che ero diventata, perchè non c'è nulla che segni tanto una donna che desidera un figlio quanto la mancanza di questa maternità.
L'altro giorno una mia amica che ha avuto il primo figlio tre mesi prima che nascesse la Pulci, ma che ha già bissato da quasi un anno, mi scrive un messaggio dicendo "e voi? quando fate il secondo? dai che è ora". 
Domanda a cui io sta volta ho risposto serenamente e tranquillamente "Guarda, per ora non ci stiamo ancora pensando...o meglio cambio continuamente idea", mentre tre anni fa mi avrebbe fatto urlare i peggiori improperi del mondo.
Anzi senza il condizionale. 
Perchè quella stessa persona quando ci annunciò la prima gravidanza ci disse "dai, dai ora tocca a voi, cosa aspettate?" . Ce lo disse al telefono, mentre io e mio marito stavamo passeggiando per Venezia e da quel momento quella che era iniziata come una giornata bellissima si era trasformata in una mezza tragedia perchè mi sono messa a urlare in mezzo alla strada "che cazzo vuole quella stronza? non lo sa che abbiamo perso un bambino??? che cazzo di frasi sono? Le auguro di provare la stessa cosa che ho provato io"...Frase di cui mi vergogno ancora profondamente.
Ma tant'è. 
Così come sono pronta a ricevere le solite domande quando fra tre settimane andremo in Puglia a trovare i parenti di mio marito "Non la lasciate figlia unica, vero?", "Non glielo fate il fratellino?", "Quando ci fate un altro nipotino? Non fate passare troppo tempo"...Ma questa volta mi sembreranno domande banali, tanto per parlare. Invece le stesse domande tre anni fa mi avrebbero fatto sprofondare in un buco nero.
Ma ora io sono dall'altra parte della barricata. Non ho più il respiro mozzato ogni volta che un'amica mi comunica di essere incinta. Non ho più il groppo in gola ogni volta che vedo una panciona in giro per strada o che in un film vedo una donna che fa un'ecografia. E so già che se farò mai un secondo figlio non vivrò nell'ansia ogni volta che aspetterò il ciclo e non andrò in paranoia  nell'attesa di ogni ecografia. Perchè io ora una figlia ce l'ho. E niente sarà mai come prima. 
E ora Amica mia sei anche tu dall'altra parte della barricata. A settembre arriverà Giorgia e non sai quante lacrime di gioia ho pianto quando mi è arrivato il tuo messaggio dove dicevi che era una femminuccia. Ma soprattutto non sai il sollievo che ho provato quando l'ultima volta che ci siamo viste abbiamo brindato e io avevo già capito dalla luce che avevano i tuoi occhi e hai finalmente ammesso "Io e M. aspettiamo un bambino"...
Mi è sceso un peso. 
Perchè io so come ti sentivi dall'8 settembre. 
So come mandavi giù la tristezza ogni volta che qualcuna della tua compagnia ti annunciava di aspettare. 
So che pur volendoci un sacco di bene, mentre giocavi con la mia Pulci o con E., il figlio dell'altra nostra amica comune, ci fosse sempre un fondo di malinconia nei tuoi gesti, nei tuoi pensieri.. mentre ora sarà tutto diverso perchè sai che fra pochi mesi a giocare sul tappeto saranno in tre. 
Quell'8 settembre quando ho ricevuto la notizia stavo andando in un negozio per bambini a comprare dei vestiti per la Pulci e ho voluto comprarti quel sonaglietto perchè sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Doveva arrivare la ricompensa. E io volevo credere che ci sarebbe stata, volevo portarti fortuna, credere che quello che ti era stato tolto, sarebbe tornato presto, che quella cicatrice che portavi non solo sul pube, ma soprattutto nel tuo cuore si sarebbe rimarginata presto. 
E quel giorno è arrivato e sono stata contenta come non mai di poterti dare il mio piccolo dono e pensare "quanto è bello dire che avevo ragione!!!"