Ma forse questo non basterebbe a spiegare perché ci sia tornata varie volte. Forse per spiegarlo dovrei dire
che è lì, in quell'isola in mezzo all'Adriatico, fino a pochi anni fa sconosciuta al turismo di massa, che conservo l'ultimo ricordo più bello della mia infanzia.
Lì ho passato l'ultima mia estate di bambina. Quell'autunno poi è successa una cosa, una di quelle cose che ti fanno crescere. Succede! Un attimo prima sei una bambina, tutto è bello e senza macchia, poi invece succede qualcosa che ti fa crescere e quando ti volti quella bambina spensierata che crede che il mondo sia solo rosa non c'è più.
C'è una specie di ragazzina, non più bambina, non ancora adolescente.
Ed è quindi normale che quando ripensi a Vis, a quell'estate del 1990, dopo la quale tutto è cambiato, per me, ma anche per l'isola stessa (*) mi si gonfi il cuore di gioia e che ogni volta che devo leccarmi qualche ferita io torni da lei. Per sentirmi un po' come allora...con i pensieri leggeri, il cuore che vola come un palloncino...
E funziona, eh...
Però, come ogni volta che devo parlare delle cose che più amo (che siano libri, films o posti visitati) mi trovo sempre in difficoltà. E' facile parlare delle cose che mi piacciono, ma parlare delle cose che amiamo visceralmente, al di là di ogni obiettività è maledettamente difficile. Ho sempre paura di non rendere bene l'idea o allo stesso tempo di sollevare troppo aspettative, ho paura di banalizzare un sentimento e di non riuscire a rendere giustizia a tanta grazia...ma ci proverò lo stesso...regalandovi alcune delle immagini che conservo nel mio cuore.
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Un pomeriggio di Ferragosto a passeggiare per le strade acciottolate di Kut, vento caldo in faccia, il cielo di un blu accecante, bere limonata in un bar tra pietre antiche e alberi da cui filtrava la luce gentile...
Pomeriggi tardi ad ascoltare musica sul balcone di casa...
guardando la baia di Vis punteggiata di vele e baciata dal sole...
Una sera a piedi, da sola, in cerca di un bancomat funzionante, facendo finta di essermi persa tra i vicoli di Luka, intrufolandomi nelle stradine più nascoste trascinata dal vento, sabbia tra le mie dita e il rumore che fa quando ti togli le infradito e la calpesti camminando sulla strada lastricata, con la Reflex che mi sbatte sul petto, quasi un secondo battito del cuore. E vedi un bambino che vende conchiglie e ricci di mare fatti seccare al sole, sul suo banchetto improvvisato per gioco...e vedi i camerieri che mangiano sul retro dei ristoranti bevendo una birretta a canna e ridendo tra loro. Poi passi accanto a una casa con la finestra aperta e ti metti a spiare, perchè senti il profumo del pomodoro e dell'aglio che cuociono insieme e vedi una signora grassa che cucina con delle pentole smaltate a motivi floreali anni '70 e ti ricordano le pentole che usava tua nonna e ti piacerebbe entrare scavalcando la finestra e metterti a cucinare la zuppa di pesce con la sciura...
Un pomeriggio, poi, tornare a Rukavac e ritrovare la baia che ti sembrava tanto immensa 23 anni fa, un po' meno 9 anni fa e ora che è costellata di barche e barchette ancora meno. Ti tuffi dagli scogli e ricordi quell'Agosto 1990 quando con tuo padre nuotasti fino in fondo alla baia... Ritrovare la piccola grotta ti causa un tuffo al cuore, in fondo alla baia nulla è cambiato, le tre case in pietra sono sempre le stesse. Un pescatore mi guarda incuriosito, quasi nessuno va a nuotare lì, rimangono tutti nella zona degli scogli piatti, verso il mare aperto. Quel pescatore non può capire l'immensità di quel mio momento.
Poi, per chiudere il cerchio, tornare alla baia di Rogacic e ritrovare la casa del nostro amico Serbo che nel 1990 ci faceva usare il suo molo intanto che finiva di costruire la sua casa, il suo buen ritiro per lui e per sua moglie che era Croata di Spalato e che è morta di cancro 10 anni fa. La sua casa ora è finita, al molo hanno aggiunto una scaletta per facilitare la discesa in mare. Quanta malinconia in quei 10 metri quadrati di cemento... La figlia del Serbo non è simpatica e accogliente come i genitori, mi guarda malissimo quando mi vede risalire dal sentiero che dal molo porta alla stradina, suo padre invece ci offrì il suo molo, della limonata e ci invitò a pranzo da lui, pescò degli sgombri e qualcos'altro, ma io ricordo quegli sgombri, così saporiti cotti sulla brace e conditi solo con del limone e un po' di olio...
Poi arriva una vecchia con un cane, mi ci metto a parlare, io in Italiano, lei un po' in Italiano, un po' in Tedesco e un po' in Croato, ma ci capiamo. Ha tantissime rughe e un solo dente...e io vorrei tanto fotografarla, ma non posso. Si mette quasi a piangere quando le dico che venivo lì da bambina...
Nel porticciolo di Kut incontrare un micio in cerca di coccole e passare un'ora a guardare Stella che gli parla e lo segue ovunque...il sole delle cinque che faceva brillare il mare e il rumore dei bicchieri e delle posate delle konobe che si preparano per gli avventori della sera...
Fare un giro in barca e trovare un posto così...con l'acqua di smeraldo fuso...
Andare a piedi da Luka a Kut mangiando un gelato, spiando tutte le bottegucce , i locali chic e i boutique hotels che 23 anni fa proprio non esistevano, rimpiangere un po' quell'epoca selvaggia e poi ammettere che però anche così l'isola ha il suo fascino e che ti piacerebbe proprio una serata in quel ristorantino a lume di candela, con le tovaglie color lavanda e i piatti della tradizione isolana rivisitati in chiave moderna...
Passeggiare da sola in cerca di scorci da fotografare e sedersi a osservare la barche e a scrivere sulla moleskine e poi accorgersi che il tuo culo è seduto su questo:
Alzare lo sguardo e ricordarti di quel mattino di giugno, era il 2004, in cui aveva appena smesso di piovere e avevi visto arrivare i bambini con il pullmino della scuola, erano scesi e si erano messi a saltare nelle pozzanghere, il cielo grigio squarciato di azzurro...
Ritrovare la Gostionica, una delle poche allora esistenti, dove 23 anni fa andavi spesso a mangiare e ricordare quella mattina al porto con tuo padre e il vostro amico Angelo in cui cercavate un caffè e un succo di frutta e invece vi ritrovaste a mangiare pesciolini fritti e bere vino bianco (non io ovviamente...).
Andare alla ricerca del Pod Morvu e ritrovarsi sulla strada che porta alla grotta di Tito (Titova Spilja), perdersi e poi fumare una sigaretta guardando il panorama, con l'aria frizzante come se fossimo in montagna e il profumo del bosco mischiato a quello del mare...
La saluto un mezzogiorno assolato, assolutamente certa che non è un addio, ma l'ennesimo arrivederci e chissà quante altre facce cambierà l'isola prima che io vi faccia ritorno.
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PS: nel prossimo post vi darò i consigli più pratici per visitare l'isola...dove dormire, dove mangiare, cosa acquistare, cosa fare con i bimbi piccoli e le spiagge imperdibili...e sono tanteeeeeee...
(*) Dopo quell'estate scoppio la guerra per l'indipendenza della Croazia e l'isola fu nuovamente chiusa al turismo essendo base militare.